Evadere da Matrix
e cosa dicono i VEDA
Si parla tanto oggi di come miliardi di persone si sentano intrappolate in un insieme di sistemi socio-economici volti a controllare che gli individui svolgano la loro vita secondo un programma di sfruttamento prestabilito dalla Matrice.
Esistono varie teorie, concetti e idee su cosa sia la Matrice e come tesse la propria ragnatela sulla popolazione umana, anche se questa idea della matrix fu resa popolare dal celebre film The Matrix, svariati autori di libri come George Orwell (che scrisse 1984) e David Icke (proficuo ricercatore e scrittore), hanno trattato questo tema. Di quest’ultimo vi invito a leggere: La verità vi renderà liberi.
La Verità vi renderà liberi – David Icke
Libro in cui viene svelato come il controllo strategico del sistema finanziario e politico ed eventi come guerre e rivoluzioni violente, attentati terroristici ed assassinii politici siano manipolati da un potere occulto gestito dall’Elite con lo scopo di espandere il loro potere su tutto il globo terrestre.
Questa idea di una matrice in realtà è molto più antica di quanto si pensi. Ancora una volta sono gli antichi testi a parlarne in chiave spirituale. Dico chiave spirituale perché secondo i Veda la matrice va ben oltre la sfera di influenza e potere umano.
Proverò a spiegare questo concetto senza, chiaramente, avere la pretesa di rivelarvi la verità assoluta, ma con l’obiettivo di offrirvi un punto di vista originale che spero possa rappresentare uno spunto di riflessione per chi, come me, ha il difetto di voler capire e tentare di trovare quale sia il senso di questa realtà in cui viviamo.
Ricordate forse il detto: “Non esiste migliore schiavo di quello che crede di essere libero”? Ecco, per capire il concetto della matrice secondo i Veda, basta che sostituiamo la parola “schiavo” con quella di “prigioniero”. Secondo gli antichi Rishi, non solo questo mondo ma l’intero universo materiale è in realtà una prigione per l’essere spirituale.
I Veda spiegano che esistono non solo un numero infinito di pianeti ma un numero infinito di universi che vengono creati e distrutti ciclicamente. Nello Srimad Bhagavatam troviamo descrizioni dettagliate di questi pianeti e dei loro abitanti.
La gloria degli avatar
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Secondo il sistema vedico, esistono 8.400.000 specie di vita distinte suddivise nelle seguenti categorie:
Specie acquatiche: Ci sono 900.000 specie che vivono nell’acqua.
Entità non in movimento (Sthavara): Comprendono circa 2.000.000 di tipi di alberi e piante.
Insetti e rettili: Lo Srimad Bhagavatam identifica 1.100.000 specie di insetti e rettili.
Uccelli: Esistono 1.000.000 di specie di uccelli.
Quadrupedi: Per quanto riguarda i quadrupedi (animali a quattro zampe), esistono ben 3.000.000 di varietà.
Umani: Infine, esistono 400.000 specie umanoidi distinte.
Quindi, per antica tradizione vedica, la possibilità che esistano civiltà umanoidi extraterrestri è data per scontata; anzi, vi dirò di più, sempre secondo i Veda, molte di queste civiltà hanno già visitato questo pianeta. In passato, alcune di loro si sono pure divertite a fare esperimenti genetici su esseri umani primitivi, piante ed animali. Non è un caso che anche altre civiltà, come quella sumera nelle loro tavole sumere, parlino proprio di quando, come e perché sia avvenuta questa manipolazione. Se vi interessa approfondire questo argomento, vi proponiamo libri scritti da uno dei pochi ed indiscussi conoscitori dell’antica lingua sumera, nonché traduttore delle tavole sumere, Zecharia Sitchin (libro Il pianeta degli dei). Ci permettiamo di proporvi anche un altro libro molto interessante scritto da un ricercatore genetista, il dottor Pietro Buffa (libro Geni manipolati di Adamo).
Il punto è che non importa in quale universo o pianeta tu sia, ogni pianeta di ogni universo materiale è, secondo i Veda, un posto di sofferenza, perché chiunque è soggetto al ciclo perpetuo di nascita, malattia, vecchiaia e morte; anche se tu ottenessi la più alta posizione di ricchezza, opulenza, fama, potere, ad un certo punto sarai costretto a lasciarla.
Ogni universo materiale, nei Veda, viene paragonato ad un sogno, nel senso che ha la consistenza effimera di un sogno; ovvero, finché stai sognando, nel sogno ti sembra tutto reale, soltanto dopo che ti sei svegliato capisci che stavi sperimentando qualcosa che non è basato sulla realtà. Anche se trovassi il modo di vivere per miliardi di anni, l’universo stesso è sottoposto al ciclo perpetuo di creazione e distruzione, dove ogni pianeta nasce, si sviluppa, rimane per un tempo e poi inevitabilmente scompare. Se ci pensi, anche il nostro pianeta è completamente dipendente dalla lunghezza di vita del sole. Una volta che la stella solare terminerà il suo ciclo di vita, che ne sarà di questo pianeta e dei suoi abitanti?
Il concetto vedico è quindi quello di trovare un modo di uscire da questa prigione materiale di creazione e devastazione perpetua, ma viene da domandarsi: come diavolo ci siamo finiti dentro?
Bene, secondo i Veda, la risposta è semplice: lo abbiamo voluto noi.
Se proviamo ad adottare la visione vedica per un momento, è necessario identificarci non come esseri mortali fatti di carne ed ossa, ma come esseri immortali di puro spirito che stanno indossando un cappotto biologico, il corpo materiale appunto,che altro non è che una tuta biologica fatta apposta per navigare in questi pianeti ed universi materiali. Secondo i Veda ogni essere spirituale che si ritrova qui, ha scelto di sua spontanea volontà di lasciare la dimensione spirituale chiamata Vaikunta (in sanscrito significa – dimensione senza sofferenza), per fare esperienza di dinamiche e fenomeni che non esistono e non possono esistere quando ci si trova nella dimensione originaria spirituale.
Ve ne cito alcuni.
Nella dimensione materiale, questa per intenderci (Pianeta Terra), ci è consentito sperimentare la dualità, sensazioni opposte come il caldo e il freddo, l’asciutto e il bagnato, la luce e il buio, felicità temporanea e tristezza, possiamo sperimentare gli effetti devastanti di azioni che non sono virtuose e che sono contrarie al Dharma cioè a quel modo di essere che abbraccia l’unità del tutto e che vede tutto e tutti attraverso gli occhi dell’amore e della compassione. Qui, dunque, ci è consentito identificarci con il nostro ego, sperimentare attaccamento al nostro senso di importanza, alle persone e cose materiali, ci è consentito confondere la possessività e gelosia come se fossero espressioni di affetto e amore; possiamo provare sentimenti depotenzianti come odio, rabbia ed invidia, ci è consentito mentire non solo agli altri ma anche a se stessi; in questa dimensione siamo coperti da Avidya, che in sanscrito significa ignoranza, perché attraverso i nostri imperfetti sensi materiali che oltre alla vista, udito, olfatto, tatto, comprendono anche la mente, non siamo in grado di percepire la realtà come effettivamente è, quindi siamo destinati a fare continuamente errori di calcolo e rappresentazione.
In questo universo materiale possiamo goderci una varietà infinita di forme di dolore sia fisico che mentale, possiamo sperimentare cosa siano i limiti e le restrizioni, possiamo sperimentare la nascita, la crescita, la vecchiaia, la malattia e la morte.
Non è fantastico! (?)
Lo è sicuramente almeno per un po’, poi però nel corso di molti cicli di nascita, morte e rinascita forse alcuni di noi iniziano ad essere stanchi di rincorrere i soliti giochi egoici di fama e potere, stanchi di ricorrere ai soliti piaceri materiali e di prendere i soliti calci nel sedere, iniziamo ad essere stanchi di sentirci soli, di soffrire, di prestare la nostra energia a Maya (Affascinante energia illusoria di questo universo materiale).
A quel punto, e soltanto allora, ritorna in noi gradualmente il desiderio di abbandonare le ormai conosciute e stra-vissute tentazioni dell’ego (in sanscrito Ahankara), e tornare ad essere e vivere in armonia con la nostra vera natura. Qualcosa dentro di noi farà in modo di spostare la nostra attenzione dalle seducenti strade della vita materiale per incamminarci nel sentiero di ritorno verso casa. Se hai letto questo articolo fino a qui forse non lo hai fatto solamente per curiosità, forse qualcos’altro dentro di te ha iniziato a far sentire la sua voce nella tua coscienza, forse ti chiede di imboccare la strada per il risveglio.
Scritto da Marco Valvo
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