I volti del Divino – come viene concepito Dio nella varie religioni esistenti

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I volti del Divino

Chi è Dio secondo l’antica saggezza vedica?

La visione di un Dio anziano, giudice vendicatore e geloso che pretende sacrifici di animali ed umani, suggerita dalla tradizione giudaico-cristiana (Vecchio Testamento), è in netto contrasto con quella vedica che riconosce Krishna come l’essere supremo originale, l’origine di tutte le cause e manifestazioni del creato. Egli non è affatto un vecchio appesantito dalla sua antichità (essendo l’essere primordiale, forse qualcuno ha preferito speculare sulla sua forma dipingendolo con una versione antropomorfa di un vecchio); egli, infatti, è descritto dai Veda come un giovane la cui radiante bellezza abbaglia ed affascina ogni essere vivente.

La Sri Brahma Samhita esordisce con il suo primo versetto qualificando Krishna come Ishvara Parama, ovvero controllore supremo. Ecco riportato il seguente passaggio:

“Iśvaraḥ paramaḥ kṛṣṇaḥ sac-cid-ānanda-vigrahaḥ anādir ādir govindaḥ sarva-kāraṇa-kāraṇam”

Kṛṣṇa, conosciuto come Govinda, è la Divinità Suprema. Ha un corpo spirituale eternamente beato. È l’origine di tutto. Non ha altre origini ed è la causa prima di tutte le cause.

Secondo la visione mussulmana, Dio è privo di forma ed è impensabile che abbia un sesso, quindi sembra anch’essa scontrarsi con quella vedica che invece riconosce l’essere supremo come avente una forma originale.

Perché esistono tutte queste visioni contraddittorie?

Tutte queste apparenti contraddizioni sono dovute al fatto che nel tempo la conoscenza spirituale originaria si è frammentata, dividendosi in diverse correnti che noi identifichiamo come religioni, le quali hanno perso o addirittura distorto i significati di questa conoscenza, dando vita a diverse speculazioni teosofiche.

Infatti, è Krishna stesso che nella Bhagavad Gita ci spiega che uno dei motivi per cui discende nelle dimensioni materiali come la terra è proprio per ripristinare l’ordine e insegnare nuovamente la scienza dello spirito che nel tempo è andata persa. Nel quarto capitolo della Bhagavad Gita, al primo verso troviamo scritto:

Il Signore Supremo, Sri Krishna, disse:

“Ho insegnato questa scienza immortale dello yoga a Vivasvan, il dio del sole, e Vivasvan l’ha insegnata a Manu, il padre del genere umano; Manu a sua volta, l’ha insegnata a Iksvaku. Questa scienza suprema fu trasmessa attraverso la successione di maestri e i re santi l’hanno ricevuta in questo modo. Ma col tempo la successione dei maestri si è interrotta e questa scienza così com’è sembra ora perduta.”

Sempre nel quarto capitolo, verso sette, troviamo: “Ogni volta che in qualche luogo dell’universo c’è un declino dei principi religiosi ed un incremento dell’irreligione, o erede di Bharata, scendo in persona.”

Ma dunque, Dio è anziano o giovane? Ha una forma o è senza forma? Possiede un sesso o è privo di esso? Si chiama Krishna, Allah o Jehovah? Christo era suo figlio oppure no? Perché il Buddha non parla di Dio, eccetera eccetera… insomma, si riesce a fare ordine in mezzo a tutta questa confusione?

Sicuramente, per trovare risposte a tali domande è necessario un serio approfondimento ed impegno. Il presente articolo non può assolutamente esaurire l’ampio contesto socio-culturale che lo riguarda, ma può aiutarvi a individuare dove orientare il vostro sguardo.

Si può quindi rispondere a tutti questi dubbi e domande, fare ordine e comprendere l’identità di Dio nella sua completezza unicamente se si attinge la conoscenza da fonti complete ed autentiche, provenienti da autorità spirituali superiori a quella umana.

Una di queste fonti sono proprio i Veda, in quanto sono stati emanati dall’essere supremo in persona.

Iniziamo col dire che secondo la tradizione vedica, Dio è l’essere che possiede pienamente tutte le perfezioni: bellezza, ricchezza, fama, potenza, saggezza e rinuncia. Egli sostiene sia le dimensioni spirituali che gli innumerevoli universi materiali con la manifestazione delle sue emanazioni plenarie o gerarchie (Deva, arcangeli, angeli etc). Anche ognuno di noi è in essenza una scintilla divina di Dio, solo che non possediamo e mai potremo possedere tutte le qualità e poteri che possiede Dio.

Secondo i Veda, il Signore Supremo può assumere qualunque forma o manifestazione a suo piacimento. Tutte queste forme e manifestazioni del Signore appaiono di epoca in epoca per eseguire specifici Lila (giochi cosmici), che troviamo riportati in maniera perfetta proprio nei Veda.

Questi giochi cosmici si svolgono in svariati luoghi dell’universo, compreso questo piano esistenziale chiamato pianeta terra. Ad esempio, quando Krishna assunse la forma di Buddha allo scopo di porre fine alle pratiche di consumo di carne. All’epoca, infatti, si arrivò a corrompere il messaggio spirituale al punto da utilizzare le stesse scritture vediche per giustificare il consumo indiscriminato di carne. Quindi anche i Veda stessi subirono nel tempo una corruzione e distorsione al punto tale da richiedere l’intervento di Krishna che assumendo il ruolo di Buddha riuscì a fermare questa orrenda situazione che si era creata.

La storia di Buddha è ampiamente conosciuta, ma meno noto è il suo posto tra gli avatar di Vishnu.

Secondo la tradizione, Buddha vive nell’ultima delle ere del mondo, un’epoca contraddistinta dal caos totale. In questo periodo, il disordine è così diffuso che non vi è nemmeno bisogno di demoni da sconfiggere o Dei da venerare: tutti sono immersi nell’oscurità dell’ignoranza, ripetendo riti vedici e pratiche sacre senza una reale consapevolezza, e massacrano animali per mangiarseli. Vishnu, o Krishna, sceglie di reincarnarsi come uomo per fermare l’inutile massacro di animali ed insegnare a guardare dentro di sé e trovare, nell’intimità, la verità del dharma.

Che Buddha non fosse un uomo ordinario lo si può apprendere semplicemente leggendo i vari passaggi di testi della tradizione buddista in cui emerge chiaramente che aveva dei poteri straordinari. Ad esempio, alcuni testi riportano l’episodio in cui Buddha venne inseguito da un uomo che aveva intenzione di ucciderlo, ma egli attraverso i suoi poteri mistici fece in modo che il malintenzionato, nonostante gli sforzi, non riuscisse mai a colmare la distanza ed avvicinarsi a lui mentre camminava. Lo stesso brano parla di svariate divinità (Deva) che si manifestarono alla scena per assistere ai passatempi del Buddha come questo.

Chi segue la tradizione Buddhista avrà familiarità con il serpente sacro (Naga), che assume la figura di un imponente cobra, spesso raffigurato con una singola testa, ma talvolta dotato di molteplici teste. Il Naga di cui si narra abbia riparato il Buddha durante la sua meditazione, è conosciuto come Mucilanda. Mucilanda fornì riparo al Buddha dagli elementi atmosferici come pioggia e tempesta dopo che quest’ultimo ebbe raggiunto l’illuminazione. Quattro settimane dopo che il Buddha iniziò a meditare sotto l’albero della Bodhi, il cielo si oscurò per sette giorni e una pioggia torrenziale iniziò a cadere. Il potente sovrano dei serpenti, Mucilanda, emerse dalle profondità della terra per proteggere il Buddha con il suo cappuccio, poiché il Buddha è considerato la sorgente di ogni protezione. Al cessare della tempesta, il re dei serpenti Mucilanda assunse la sua forma umana, si prostrò di fronte al Buddha e tornò con gioia al suo palazzo. Non vi sembra strano che una divinità serpente si scomodi così tanto per un comune mortale essere umano? O forse, il potente Naga stava invece offrendo servizio devozionale al Signore supremo? Per chi non abbia idea di cosa significhi servizio devozionale, o Bhakti yoga, vi proponiamo questo libro dalla spiegazione perfetta (Il nettare della devozione).

Come poteva quindi un comune mortale come il Buddha essere considerato persino dalle divinità la sorgente di ogni protezione e, quindi, degno di ricevere servizio devozionale?

La risposta ce la da Krishna stesso nella Bhagavad gita capitolo 5 verso 29:

 “Sapendo che io sono il beneficiario supremo… il signore dei pianeti e dei deva, l’amico e il benefattore di ogni essere, la persona pienamente cosciente di Me sfugge alle sofferenze materiali e trova la pace”

Se ragioniamo di logica solo Dio può essere l’unico beneficiario della nostra devozione e l’unico vero benefattore e protettore quindi non e difficile comprender che Buddha era un Avatara di Vishnu o Krishna.

Per concludere, i Veda ci offrono un’analogia interessante per comprendere meglio gli aspetti del divino. Ci spiegano che il Signore Supremo è paragonabile al sole, principio energetico che possiamo considerare come maschile, mentre i suoi raggi solari rappresentano la sua energia, chiamata Radha, che potremmo associare al femminile. Così, il sole, ossia il disco solare, sebbene apparentemente diverso dai raggi solari, è in realtà una cosa sola. Anche se non possiamo risiedere direttamente sul disco solare, possiamo sperimentare direttamente la sua esistenza attraverso i suoi raggi solari che ci raggiungono qui sulla terra.

Questo per dire che il Signore supremo non è né maschio né femmina (dove il concetto di maschile e femminile non si riferisce al sesso, ma ai principi generativi maschile e femminile che interagendo portano in manifestazione la creazione). Egli comprende sia l’uno che l’altra, ha una forma originale così come il sole ha una sua forma originale, il disco solare appunto, che è ben definito da una forma visibile, ma allo stesso tempo può essere senza forma, proprio come lo sono i raggi solari che permeano tutto lo spazio del cosmo.

Quindi, la religione mussulmana e altre che sostengono l’idea che Dio sia senza forma stanno parlando in parte giustamente, ma allo stesso tempo cadono in errore. Questo perché la loro comprensione del divino è limitata e incompleta. Dio è onnipotente e perfetto in sé stesso; affermare che Dio non ha forma è una limitazione eccessiva della Divinità. Questa affermazione limita di fatto il concetto del Signore supremo in quanto essere onnipotente.

Un altro esempio di affermazione proposta dall’istituzione Cristiana in totale contraddizione con se sessa è l’affermare che Cristo era  Dio quando è Cristo stesso nel vangelo di Marco 10:17-22 a proporci questa netta distinzione: Ora, mentre stava per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro; e inginocchiatosi davanti a lui, gli chiese: «Maestro buono, cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». E Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio.”

L’articolo dovrebbe farci riflettere sul fatto di come la conoscenza divina, che ci viene impartita dall’alto direttamente da Dio, può subire distorsioni nel corso del tempo a causa dei difetti umani. Questa conoscenza, che può essere trasmessa attraverso millenni, viene frammentata, distorta e pervertita nel suo messaggio originale. Inoltre, spesso viene strumentalizzata per scopi che poco hanno a che fare con l’insegnamento originario.

Libri consigliati:

L'Insegnamento Originario del Buddha
Ovvero l’ Hinayana: la piccola via, la via per pochi

Il nettare della devozione – la scienza completa del Bhakti-Yoga

Scritto da Marco 

 

1 COMMENT

  1. […] Finché incontrai Marco, amico e collaboratore per questo blog. Anche lui era affamato di risposte. Insieme, abbiamo iniziato a leggere libri riguardanti Gesù e la Bibbia in generale, poi apocrifi e autori scientifici di vario genere. Per un po’ il libro di Igor Sibaldi, Il codice segreto del vangelo, fu uno dei nostri preferiti, sebbene ci abbia dato unicamente uno spunto su cui riflettere, e non è qui menzionato come modello di riferimento, resta inteso. […]

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