I Veda, vasto corpo di saggezza spirituale, vennero messi per iscritto circa 5000 anni fa, all’inizio dell’era del Kali Yuga. I grandi saggi dell’epoca, prevedendo la progressiva degradazione della società umana che si sarebbe manifestata negli anni a venire a causa dell’avanzamento del Kali Yuga (epoca attuale), decisero di preservare questa conoscenza che fino a quel momento veniva tramandata oralmente. Con lungimiranza, questi saggi compilarono i Veda, assicurando che le preziose verità spirituali fossero accessibili alle future generazioni.
Le scoperte scientifiche che seguirono nelle epoche successive non fecero altro che confermare ciò che era già stato scritto nei Veda. Ad esempio, solo qualche centinaio di anni fa il mondo occidentale abbracciò la concezione che la Terra fosse sferica. Tuttavia, nei Veda, scritti millenni prima, si trovava già il termine “Bhugol”, che descriveva la Terra come un pianeta di forma sferica.
Questo sorprendente esempio di conoscenza avanzata testimonia la profondità e la lungimiranza delle antiche scritture vediche, dimostrando che le verità rivelate dai saggi di un tempo erano ben al di là delle comprensioni delle epoce che seguirono. La comprensione che fossero i pianeti a ruotare attorno al Sole e non viceversa era già descritta nei Veda, così come il fatto che il Sole ruoti attorno al centro galattico. La cosmologia vedica è ricca di informazioni incredibili, scoperte molti secoli dopo. Nei Veda si trovano riferimenti accurati alla velocità della luce, alla relatività del tempo in base allo spazio e alla concezione dei multiversi. Queste rivelazioni straordinarie dimostrano quanto fosse avanzata la conoscenza degli antichi saggi vedici, confermando la profondità e la precisione della loro visione del cosmo.
Per una lettura semplificata ma ugualmente appassionante riguardo a questi argomenti, vi consigliamo i seguenti libri:
L’antica scienza dei Purana e la Fisica Quantistica
|
Brahma-Samhita di Valentino Bellucci, clicca su qui per vedere il libro.
Ma veniamo al punto, nei veda troviamo descrizioni accurate di come sarebbe stata la vita nella nostra epoca e purtroppo non sono belle notizie, vedi link https://www.lastradaperilrisveglio.it/kali-yuga-e-hare-krishna/
Con l’avanzare del Kali Yuga, le persone diventeranno sempre più degradate. Questo è spiegato nello Srimad Bhagavatam, nel dodicesimo canto, terzo capitolo, dove si prevede che le attività spirituali (“Satyam” – verità; “Dharma” – rettitudine) non verranno più praticate. Inoltre, si ridurranno la pulizia e la purezza (“Saucham”), il perdono (“Ksama”), la compassione (“Daya”), la durata della vita (“Ayuh”), la forza fisica (“Balam”) e la memoria (“Smrtih”).
Negli yuga precedenti, come ad esempio il Satya Yuga, che durò 1.728.000 anni, gli esseri umani vivevano fino a 100.000 anni e possedevano piene qualità spirituali. Nell’epoca successiva, il Treta Yuga, che durò 1.296.000 anni, la durata della vita era ridotta a 10.000 anni. Questo trend continua fino alla nostra epoca, il Kali Yuga, che è iniziato circa 5000 anni fa, dove la durata della vita è di circa 100 anni (in condizioni ottimali).
La società vedica esistente negli yuga precedenti si strutturava su quattro pilastri, o gambe della mucca sacra: austerità, pulizia, verità e misericordia. Al momento presente, quella che noi chiamiamo società moderna, nonostante presenti interessanti sviluppi tecnologici, è considerata secondo la visione vedica una società subumana. Questo perché non segue il Dharma, ma è impegnata assiduamente a soddisfare le esigenze del corpo materiale senza curarsi di come soddisfare lo spirito che alberga nel corpo.
Secondo la visione vedica, la società umana è considerata tale solo quando aderisce al Dharma; altrimenti, è equiparabile a quella animale. Nel regno animale, le attività principali sono mangiare, dormire, difendersi e riprodursi. Se anche la società degli uomini ha come obiettivi solo l’organizzazione del mangiare, del dormire, della difesa e della riproduzione, non si differenzia affatto da quella animale, svolgendo semplicemente le stesse attività in maniera più sviluppata.
Una vera civiltà, come lo era quella vedica, aveva come obiettivi la pace, la prosperità e la calma, elementi necessari per poter praticare il Dharma. Una definizione di Dharma potrebbe essere “adesione alle leggi divine” o “conformarsi alla volontà divina”. In questo senso, l’essere umano è considerato un essere spirituale, e come tale, richiede un’organizzazione della civiltà che coltivi questo imprescindibile aspetto.
La vita nella società vedica era strutturata in modo da poter elevare spiritualmente l’individuo, e gli ashrama; i quattro stadi della vita, erano considerati tappe fondamentali di un viaggio spirituale e materiale: Brahmacari, Grihastha, Vanaprastha e Sannyasa.
- Il Brahmacari era lo studente celibe, immerso nei suoi studi sotto la guida di un Guru. Questo periodo, che durava fino ai 25 anni, era dedicato all’acquisizione di conoscenze e alla formazione del carattere.
- Il Grihastha era l’uomo di famiglia, impegnato nel lavoro per sostenere se stesso, i suoi cari e la società. In questo stadio, che durava fino ai 50 anni, si coltivava una vita religiosa e spirituale all’interno del focolare domestico.
- Il Vanaprastha era colui che, accompagnato dalla sua consorte, abbandonava gli impegni familiari per dedicarsi esclusivamente agli studi e ai pellegrinaggi nei luoghi sacri. Questo stadio, che si estendeva fino ai 75 anni, era un periodo di transizione verso una vita più ascetica.
- Infine, il Sannyasi era colui che rinunciava a tutti i legami con il mondo materiale temporaneo e illusorio per prepararsi al momento dell’abbandono del corpo, aspirando a raggiungere i pianeti eterni di Dio.
Non esisteva la democrazia come la intendiamo noi oggi. Ma al contrario dei nostri leader odierni, spesso figure discutibili, i raja o re e regine chiamati a governare erano persone che avevano compiuto con successo un percorso spirituale. Questi leader possedevano un’elevata consapevolezza sia spirituale che materiale e indossavano la corona come simbolo del loro alto status spirituale. La corona, infatti, simboleggiava il settimo chakra, o chakra della corona, del sistema energetico vedico. Questo chakra, chiamato Sahasrara, significa “mille volte ripiegato in sé”. Localizzato alla sommità del capo, è il più importante ed è chiamato il loto dai mille petali. Quando è attivo, permette il collegamento con l’infinito presente cosmico onnipervadente. Infatti, il mantra legato a questo chakra è “Aham Brahman Asmi”, ovvero “Io sono Brahman (Spirito Eterno)”. Oggi, invece, assistiamo a un’organizzazione della società che non conosce, non coltiva e tantomeno rispetta questi principi spirituali.
Il semplice fatto che i governatori della nostra società autorizzino la sistematica macellazione di milioni di animali per il consumo di carne, nonostante si possa tranquillamente farne a meno dato che la terra produce frutta, cereali, legumi e verdure in abbondanza, è la prova che viviamo in una società che, pur essendo tecnologicamente avanzata, è spiritualmente decaduta. Questa pratica evidenzia la profonda ignoranza dei nostri leader, che non riescono a cogliere le sottili ma gravi ripercussioni che si hanno nella società quando si dà sfogo a questa barbarie senza ritegno. Esiste infatti uno stretto legame tra le azioni che compiamo e lo stato di coscienza che ci consente di eseguirle. Sfruttare esseri viventi in maniera così crudele, per poi condannarli a morte solo per gustarne la carne, ha un profondo impatto sulla nostra coscienza. Col tempo, si diventa indifferenti alla sofferenza degli animali, fino al punto di considerare questa pratica del tutto normale e legittima. Praticando questo livello di crudeltà sugli animali, il passo verso la crudeltà verso gli esseri umani è breve.
Non starò a spiegare le ripercussioni karmiche di tutto ciò, ma cito semplicemente una frase di uno dei tanti filosofi del passato che avendo capito come funzionano le leggi universali si opponevano a questa pratica:
“Finché ci saranno mattatoi ci saranno sempre campi di battaglia”.
Leo Tolstoj
Non è mio compito spiegare in maniera esaustiva come questa affermazione esprima perfettamente il destino che attende la specie umana, che autorizzando tali pratiche si condanna letteralmente a dover vivere eventi presenti e futuri ricchi di profonda sofferenza come conflitti e le guerre. A buon intenditore poche parole.
Mahatma Gandhi –
“La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui vengono trattati i suoi animali”.
Se un Raja (un Re) del passato, splendore della società vedica (parliamo di migliaia di anni fa), dovesse posare il suo sguardo sulla nostra società anche solo per un momento, rabbrividirebbe all’istante nel vedere come l’essere umano sia stato ridotto allo stato di mero servo di una società materialista e spietata, mossa da interessi puramente economici. In questa società, la competizione viene elogiata a discapito della collaborazione, l’aggressività è considerata una virtù e la gentilezza una debolezza, mentre falsità, crudeltà e ipocrisia sono lo scettro dei re.
I Veda avevano predetto l’avvento di questa società, totalmente avversa alla scienza dello spirito ma profondamente investita ed esperta in tutto ciò che riguarda la materia, il possesso e il potere. Si tratta di una società dell’avere e non dell’essere, dove non è chi ha un cuore puro e nobile ad essere esaltato, ma chi ha il portafoglio più gonfio e possiede più degli altri. I media sono pieni zeppi di questi modelli milionari che ci parlano di come hanno raggiunto il loro successo finanziario, pontificando come se questo fosse lo scopo ultimo dell’esistenza. Mostrano con orgoglio di possedere più degli altri, spendendo per yacht di lusso, comprandosi vetture d’élite e proprietà sfarzose e spesso esagerate per dimostrare al mondo quanto sono speciali.
Concludo con una frase di Albert Einstein che dovrebbe far riflettere:
“Cercate di non diventare un uomo di successo, ma piuttosto di diventare un uomo di valore”.
libro consigliato: gli insegnamenti della regina Kunti
Scritto da Marco